Gli incontri del Nunzio Apostolico a Yerevan

08 december, 2020

Martedì 8 dicembre il Presidente della Repubblica Armen Sargsyan ha ricevuto S.E. Mons. José Bettencourt Nunzio Apostolico in Armenia (con residenza a Tbilisi).

Durante l’incontro sono stati passati in rassegna i temi relativi ai rapporti tra l’Armenia e la Santa Sede, all’approfondimento della cooperazione basata sui comuni legami storici e sul comune patrimonio spirituale e culturale.

Il Nunzio Apostolico ha fatto presente di essere in Armenia come rappresentante pontificio e come amico del paese e ha espresso il suo cordoglio per le perdite umane subite durante la guerra.

Ha poi aggiunto come Sua Santità Papa Francesco, che ha un rapporto speciale con gli armeni e con l’Armenia, sin dai primi giorni del conflitto abbia sottolineato la necessità della pace.

Durante l'incontro le parti hanno avuto uno scambio di opinioni sulla situazione in Armenia e in Artsakh dopo la guerra, con particolare riferimento alle questioni di carattere umanitario e alla protezione del patrimonio spirituale, storico e culturale.

Il rappresentante della Santa Sede ha espresso il proprio sostegno alla tutela di questo patrimonio.

Il Presidente Sargsyan e Monsignor Bettencourt hanno anche parlato del ritorno dei prigionieri di guerra e degli ostaggi.

Il Presidente della Repubblica ha positivamente accolto ogni sforzo in tal senso, sottolineando di aver più volte sollevato dinanzi ai partner internazionali la questione dell'osservanza incondizionata del diritto umanitario, del ritorno immediato dei soldati e dei civili armeni prigionieri.

Ha ribadito che proseguirà gli sforzi in quella direzione e si avvarrà di ogni opportunità.

Nello stesso giorno Mons. José Bettencourt ha avuto un incontro di lavoro al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica d’Armenia con il vice ministro Avet Adonts nel corso del quale sono state affrontati diversi temi, dalla situazione umanitaria provocata dalla guerra dell'Artsakh, al ritorno dei prigionieri di guerra, dalla tutela del patrimonio spirituale e culturale armeno nella regione, fino alle conseguenze geopolitiche del conflitto.

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