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Decreto della Congregazione vaticana delle Cause dei Santi sui religiosi martiri del genocidio armeno

28 october, 2020

Il 27 ottobre, il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti, tra gli altri, il martirio dei Servi di Dio Leonardo Melki e Tommaso Saleh, Sacerdoti professi dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini uccisi, in odio alla Fede, durante gli anni del Genocidio armeno. 

Il decreto ufficiale della Congregazione vaticana così recita: “La vicenda martiriale dei Servi di Dio si intreccia con il genocidio degli Armeni, che registrò anche stragi di cristiani di altri riti.” Afferma inoltre che “già dalla fine del XIX secolo, le autorità dell’Impero Ottomano avevano ordinato l’eliminazione di Armeni e Cristiani. La persecuzione divenne particolarmente violenta dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale. Il movimento nazionalista dei “Giovani Turchi” voleva estinguere anche le minoranze religiose. Iniziarono le “marce della morte”. Nel novembre del 1914 il Governo dell’Impero Ottomano richiese a tutte le autorità di segnalare i conventi dei Frati Minori Cappuccini nella regione mesopotamica perché ritenuti estranei all’Impero e ostili all’Islam.”

I media vaticani hanno riportato le vicende dei due religiosi martiri, sottolineando che furono arrestati e torturati dai turchi prima di essere uccisi.

Padre Melki rifiutò più volte di convertirsi e, con altri 416 uomini della città di Mardine tra cui il Beato Ignazio Maloyan, venne barbaramente trucidato l’11 giugno del 1915.

Padre Saleh venne arrestato e condannato a morte per aver nascosto un sacerdote armeno. Fu costretto a diverse marce della morte e morì a Marache il 18 gennaio 1917 per le torture da parte dei soldati turchi. Prima di essere martirizzato, il religioso gridò più volte "Credo in Dio e non ho paura della morte".

 

Nota Bene. La città di Mardine era una delle antiche città fortezza dell'Alta Mesopotamia. Si trovava tra le città di Edessa e Mtsbin, sul ripido pendio di un'alta montagna rocciosa. Durante gli anni del genocidio, i turchi massacrarono brutalmente 90.000 armeni nell'insediamento di Ras-ul-Ain vicino a Mardine.

 

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